‘Autoefficacia. Perché ti aiuta nella carriera, nel business, nella vita!’
– Articolo di Antonio Panico –
Da sempre l’uomo cerca di esercitare il controllo sugli eventi che riguardano la propria vita. Tale controllo aiuta a realizzare gli scenari futuri desiderati e a prevenire quelli non desiderabili. La sua mancanza genera apatia, depressione e ansia. Oggi stiamo vivendo una fase in cui la mancanza di scenari futuri prevedibili rende ansiose le persone, abituate ormai a gestire la propria vita con una certa prevedibilità. Un minimo cambio di rotta e le persone vedono crollare le proprie sicurezze e arriva l’ansia verso il futuro. Questa emozione paralizzante la si può osservare negli imprenditori, che non hanno più sicurezze e fiducia nelle banche e non vedono nelle istituzioni delle risposte pratiche, sia perché la contrazione del mercato locale o internazionale porta a una selezione naturale delle imprese migliori. Vediamo questi stati d’animo nei liberi professionisti, il popolo delle partite iva, forse quelli più bersagliati dalle tasse e alle prese con la difficoltà di trovare nuovi clienti. L’osserviamo nei dipendenti abituati alla chimera del lavoro sicuro, che ormai non lo è più, e sempre più spesso, l’unica sicurezza sta nell’essere sottopagati rispetto alla propria professionalità. Ansia, apatia, disperazione
Ansia, apatia, disperazione. Bandura, il padre della psicologia cognitiva moderna e maggiore studioso mondiale del senso dell’autoefficacia, descrive la mancanza di controllo sugli eventi futuri, come la principale causa dei tre stati emotivi sopra menzionati. Cosa succede quando le persone li sperimentano?
Non agiscono, entrano in un turbinio di conflitti interiori e di confusione tale per cui, piuttosto di studiare una soluzione alla propria mancanza di agentività (capacità dell’uomo di agire in maniera cosciente ed intenzionale per il raggiungimento di un obiettivo specifico, quindi in questo senso la capacità di esercitare un certo controllo sulla realtà), s’immobilizzano ed iniziano a dubitare di sé, delle proprie capacità e così facendo si precipita in un vortice che fa perdere ulteriormente il controllo degli eventi e rende le persone ulteriormente effetto della vita, piuttosto che Causa Agentiva.
L’ho osservato, in questi anni di crisi, lavorando con grandi professionisti, stimati e ben pagati nel loro settore. Ho visto persone sicure di sé e con un ottimo stipendio, perdere il senso di autoefficacia.
Forse penserai che l’autoefficacia abbia a che fare con la sicurezza in se stessi, ma non è affatto così e l’aneddoto che segue spiega bene questo concetto.
Un professionista, che cercava collocazione dopo essere stato messo in mobilità a circa 50 anni, mi chiamò perché gli facessi da coach. Era disperato. Pensavo fosse preoccupato per i soldi, ma mi sbagliavo. Con i suoi guadagni aveva da parte abbastanza per vivere con tranquillità. Era, invece, molto ansioso nei confronti del futuro. Un giorno, dopo un lungo monologo, sentenziò: “ecco qual è il mio problema, non sono più sicuro di me!”
Lo guardai negli occhi e dissi: “ne sei proprio sicuro?”
“Di cosa?” mi chiese
“Di non essere più sicuro di te, me lo hai detto con tanta sicurezza!”
Lo scombussolai con questa semplice frase.
Il problema di questo ex-manager non era, infatti, la sicurezza in se stesso, ma la sensazione di autoefficacia che aveva perso, perché sentiva di non riuscire più a controllare gli eventi futuri.
Io posso essere una persona molto sicura di me , consapevole e asserire che non sono e non sarò mai capace di cucinare, perché non mi sento “autoefficace” su questo specifico obiettivo.
La sicurezza e la stima di sé sono cardini importanti, ma non costituiscono assolutamente la base su cui prevedere la capacità di una persona di raggiungere un risultato specifico, determinato in gran parte dal senso di autoefficacia personale.
“Le convinzioni di autoefficacia sono maggiormente predittivi del successo rispetto alla storia pregressa.” Albert Bandura
Se l’autoefficacia determina l’agentività umana, quindi rende l’uomo capace di lavorare per ottenere la scena ideale in una certa area della vita, e questa autoefficacia crolla, cosa succede?
L’uomo smette di agire!
E non servirà certo camminare sui carboni ardenti!
Ci vuole un percorso serio, con dati veri per il recupero ed il rinforzamento delle convinzioni di autoefficacia!
Saluti,
Antonio
PS: Se ti è piaciuto questo articolo, aiutami a diffonderlo, condividendolo sui social.