Business Coach dell'anno 2021, 2022 e 2023 secondo la rivista CEO TODAY. Leggi l'articolo

COACHING DI GRUPPO: ECCO COS’È IL GROUP COACHING

Al giorno d’oggi si sente parlare frequentemente di coaching, una pratica capace di aiutare manager, imprenditori e professionisti a migliorare il proprio business per il raggiungimento di obiettivi precisi. Il motivo di tale successo va ricercato nel fatto che, negli ultimi decenni, aziende e società sono andate alla ricerca di tecniche di organizzazione e produzione sempre nuove per fronteggiare sfide reali complesse e hanno trovato in questa metodologia un valido alleato per lo sviluppo delle proprie risorse.

COSA CAMBIA RISPETTO ALLA FORMAZIONE

Rispetto ai metodi di formazione tradizionale, che si prefiggono scopi educativi attraverso la divulgazione di nozioni teoriche, il coaching parte dal presupposto che ognuno abbia già dentro di sé le caratteristiche necessarie per emergere, supporta individui o gruppi ad accedere al proprio potenziale e rivolge l’attenzione al risultato concreto, favorendo la consapevolezza e la crescita.

Se inizialmente il coaching aziendale era un’attività adottata solo da grandi organizzazioni, oggi anche numerose realtà più piccole e meno strutturate, per essere competitive, si stanno orientando verso questo nuovo metodo, riconoscendone l’efficacia e la portata in termini di performance. Non pochi studi, infatti, confermano che i percorsi di coaching comportano un consistente miglioramento della dimensione lavorativa rispetto alla formazione ordinaria, sia in termini di qualità che di quantità.

CARATTERISTICHE DEL GROUP COACHING

Oggi più di prima, accanto al classico rapporto one to one tra coach e coachee, nelle aziende stanno prendendo rapidamente piede anche le sessioni di coaching di gruppo. Si tratta di una tipologia di coaching i cui destinatari sono i membri di un team di lavoro (nuovo o già esistente), che pur ricoprendo posizioni diverse e avendo competenze differenti, lavorano insieme per raggiungere risultati di business comuni e ben definiti.

In questo caso, proprio il concetto di obiettivo condiviso acquista un’importanza e una priorità fondamentale, poiché è l’elemento centrale che rende il gruppo forte e affiatato, amplifica lo spirito di squadra e il senso di appartenenza e responsabilità, e dirige tutti i membri verso una stessa direzione.

L’IMPORTANZA DEL LAVORO IN TEAM

Le potenzialità di un’azienda, grande o piccola che sia, non corrispondono alla somma delle singole potenzialità dei suoi collaboratori, ma sono il risultato di una sinergia di pensiero e azione tra diverse professionalità. Il lavoro in team non è più visto allora come la mera assegnazione di mansioni e compiti separati, ma come un approccio caratterizzato da princìpi di comunicazione efficace, condivisione e integrazione. Di conseguenza, le attività svolte dagli individui che fanno parte di un gruppo non possono essere sottovalutate o lasciate al caso: piuttosto, si fa urgente l’esigenza di un uso consapevole delle regole e degli strumenti a disposizione, affinché ognuno possa dare il proprio contributo alla causa in base alle peculiarità del singolo profilo.

 

IL COACH: UN ALLENATORE

Qual è allora il ruolo del business coach all’interno di tale contesto? In virtù di background eterogenei, le situazioni possono diventare anche molto complesse a causa di tensioni e difficoltà di dialogo, per cui il coach (come indica la traduzione stessa di questo termine), deve agire in qualità di vero e proprio allenatore.

Egli avrà il compito primario di osservare i comportamenti della squadra da lui affiancata, come i livelli di motivazione, di resistenza, le debolezze e la gestione dello stress; dovrà individuare quindi i punti di forza e le migliori capacità dei membri del gruppo, aiutare quest’ultimo nella gestione delle relazioni interpersonali e di una comunicazione sana, e guidarlo nella definizione delle strategie operative più adatte al conseguimento del traguardo prefissato, per far sì che il percorso intrapreso si trasformi in un’esperienza di arricchimento per tutti.

In sostanza, il coach deve essere un punto di riferimento capace di guidare il team ad ottenere la massima resa di un risultato specifico: egli aiuta ad analizzare le risorse accessibili e gli ostacoli che impediscono la crescita, assicurando un alto supporto al gruppo seguito, correggendone i punti più deboli e orientandolo verso la creazione un piano di azione ad hoc, modellato sulla base delle sue caratteristiche.

IL RUOLO DEL GRUPPO

Analogamente, la stessa collaborazione tra i partecipanti diventa una componente distintiva e rappresenta l’altra faccia della medaglia del team coaching. Il vantaggio delle dinamiche di gruppo sta nel fatto che ognuno può imparare dall’altro grazie al confronto e alla condivisione di esperienze diverse: l’orientamento alla collaborazione consente quindi di sviluppare le proprie capacità personali, relazionali e professionali, per affrontare al meglio sfide simili nella quotidianità. Un percorso di sviluppo e approfondimento in società come quello del group coaching, infatti, offre a un team di lavoro l’opportunità di migliorare le performance sia dal punto di vista individuale che di gruppo.

NON TUTTO È GROUP COACHING

La metodologia del coaching di gruppo è una tendenza abbastanza recente, ma da parte dei professionisti che dichiarano di utilizzarla c’è ancora molta confusione rispetto ad altre pratiche, che forniscono supporto dal punto di vista prettamente personale o gestionale.

Vediamo qualche peculiarità:

·      Come già anticipato, il group coaching non è formazione. Il training aziendale ha come scopo la conoscenza del mestiere attraverso l’indottrinamento teorico, magari seguendo un percorso lineare e prestabilito. L’intervento di un coach all’interno di un gruppo di lavoro, invece, pone l’accento sull’allenamento delle competenze trasversali dei suoi membri al fine di creare nuovi schemi di pensiero orientati al risultato.

·      In secondo luogo, il group coaching non è consulenza. Il consulente è un professionista esterno chiamato dall’azienda per risolvere, in qualità di esperto, determinate problematiche in diversi settori. Il coach, al contrario, non offre soluzioni in base al proprio parere di esperto, ma accompagna il team in un percorso di autoconsapevolezza per tirare fuori risorse già esistenti da riutilizzare in maniera costruttiva e autonoma.

·      Potrà sembrare banale, ma il group coaching non è terapia. L’obiettivo delle sedute con un gruppo di lavoro non coincide, come per quelle di terapia, con un momento di sfogo delle proprie sofferenze e con un’analisi collettiva delle emozioni personali per vivere meglio. Le sessioni di coaching hanno sì lo scopo di aiutare la persona o il team a superare alcuni limiti o preoccupazioni personali, ma questo processo di crescita e di evoluzione è finalizzato al raggiungimento di obiettivi concreti, nel caso aziendale di tipo corporate.

·      Infine, il coaching non va confuso con il mentoring, che è un metodo relazionale tra un soggetto con più esperienza (senior) e un allievo (junior) allo scopo di far sviluppare a quest’ultimo nuove competenze. Tra i due sistemi vi sono senza dubbio delle caratteristiche comuni, come il largo utilizzo di una comunicazione efficace, l’apprendimento continuo e l’orientamento al risultato, ma vi sono anche sostanziali differenze: nel caso del mentoring la risorsa più anziana trasmette la propria conoscenza esortando un individuo più giovane a seguire e replicare il proprio percorso di apprendimento; il coach invece non fa da modello e non impartisce lezioni prescrittive, ma mette il focus sulle potenzialità personali dei clienti.

 

GLI OBIETTIVI DELLE SESSIONI DI TEAM COACHING

Un business coach che effettui delle sessioni di coaching ad un team di persone avrà a che fare con un contesto e con degli strumenti diversi e più complessi rispetto a quelli necessari per un rapporto individuale, ma non per questo impossibili da affrontare.

 

Si tratta a tutti gli effetti di un percorso in cui l’attenzione si va a concentrare prima di tutto sulla gestione delle relazioni tra i membri del gruppo: le persone coinvolte nel processo possono assumere posizioni molto differenti e tendere alla creazione di fazioni interne che possono portare il team all’autodistruzione, per cui acquista fondamentale importanza coinvolgere tutti i partecipanti e farli collaborare.

 

Il coach, come un leader, non dovrà trascinare il gruppo verso il successo, ma spingerlo a raggiungere gli obiettivi desiderati rafforzando le relazioni tra i suoi membri: se è vero che la leadership non si pratica per mezzo della costrizione, ma di una comunicazione efficace, allora lo scopo centrale delle sedute di coaching di gruppo consiste nel permettere alle persone di acquisire competenze relazionali tali da approcciare il cambiamento in maniera fattiva.

In questo modo, la crescita del team di lavoro innescherà un’evoluzione dall’interno, perché tutti i soggetti coinvolti avranno imparato a riconoscere e valorizzare le potenzialità proprie e del gruppo e ad essere autonomi nella definizione di processi decisionali.

 

Quindi, a partire da un programma di group coaching nei contesti aziendali si possono riconoscere molteplici obiettivi strettamente correlati:

·      Ottimizzare le relazioni tra i partecipanti per favorire la collaborazione;

·      Aumentare il supporto reciproco e la motivazione dei dipendenti;

·      Superare le conflittualità interne al gruppo dirigendo l’impegno di tutti nella stessa direzione;

·      Creare nuovi schemi di pensiero orientati alla definizione di obiettivi misurabili;

·      Condividere vision sfidanti e obiettivi di sempre maggior valore;

·      Migliorare le skills comunicative e lo sviluppo organizzativo del team;

·      Sviluppare i percorsi di carriera;

·      Incrementare le performance e la produttività.

 

In conclusione, il coach non entra in gioco in prima persona per l’individuazione di soluzioni o per la trasmissione di competenze, ma apre al team la strada per il successo lasciando che lavori su sé stesso e scopra da solo l’approccio più adatto e funzionale.

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