Business Coach dell'anno 2021, 2022 e 2023 secondo la rivista CEO TODAY. Leggi l'articolo

Mantenere alta la motivazione e la produttività. Un metodo che funziona!

Ho deciso di scrivere questo articolo principalmente per i miei coachee, cioè quei clienti che seguo personalmente con il coaching, tutti loro sono imprenditori o professionisti molto impegnati ad aumentare i propri risultati e quindi volevo condividere con tutti loro l’informazione presente in questo post.
Però poi mi sono detto: Visto che molte delle persone che mi seguono sul blog sono imprenditori, liberi professionisti o persone che cercano di migliorare i propri risultati questa informazione voglio condividerla con tutti. Quindi stai per scoprire qualcosa di semplice, ma veramente interessante.

L’argomento di cui scrivo oggi riguarda un metodo semplice quanto potente che si basa sulle osservazioni di Skinner riguardo al condizionamento operante. E cioè l’uso del rinforzo positivo, che qua definiremo più semplicemente “Premio”.

“Burrhus Frederic Skinner è stato uno psicologo americano altamente influente. Scrittore, inventore, sostenitore di riforme sociali e poeta. È stato professore di psicologia alla cattedra “Edgar Pierce” dell’Università Harvard dal 1958 sino al 1974, anno in cui andò in pensione. Inventò la camera di condizionamento operante, nota anche come “Skinner Box”, e presentò il proprio punto di vista in relazione alla filosofia della scienza noto come Comportamentismo Radicale.” (Fonte Wikipedia)

Il premio, o rinforzo positivo, non è altro che un riconoscimento desiderabile che viene dato a chi opera positivamente o compie azioni richieste.

“Ma cosa diavolo c’entra questo con la mia produttività?”

Ora ci arrivo!

Diciamo che tu vuoi rimanere focalizzato ed aumentare la tua produttività ed i tuoi risultati, ma ti sei accorto che non solo non ci riesci malgrado il duro lavoro a cui ti sottoponi e le lunghissime giornate di attività, ma addirittura ultimamente i tuoi risultati sono calati, hai l’impressione che ti stai sabotando.

Così sei stato dal Coachguru, che ti ha detto che hai un blocco emotivo inconscio e che devi fare delle sedute di energetic quantum coaching dove lui ti sbloccherà energie arcaiche del tuo essere lupo interiore di 10 vite passate.

Così ti è venuto in mente di chiedere a questo coach se con questo metodo tu eliminerai il blocco e riuscirai a produrre più fatturato.

E lui ti ha detto sgranando gli occhi : “La risposta è dentro di te!”

E poiché a te questa cosa fa venire in mente Guzzanti e soprattutto “Quelo!”, hai pensato che questa cosa non fa per te.

Diciamo anche che essendo tu un imprenditore che opera nel settore dell’alta tecnologia, questa roba del quantumcoso ti puzza, ed hai deciso di chiamare me perché hai visto su FB i risultati sorprendenti di alcuni miei clienti.

Così dopo una prima chiacchierata ed un bonifico sul mio conto corrente ti ritrovi a raccontarmi del tuo blocco interiore e la mia risposta è : “Ma se è inconscio, come fai a sapere che ce l’hai davvero?”

Dopo pochi secondi ti ritrovi a definire con me le attività che potrai fare in un arco di tempo specifico per avvicinarti al tuo obiettivo, così capisci che io faccio un lavoro differente, e questo forse dipende dalla mia esperienza nel campo delle vendite e del marketing, forse.

Ad un certo punto arriva la fatidica domanda. Ti chiedo: “Qual è il premio che ti darai per aver fatto queste cose?”

Tu mi guardi con quell’espressione del tipo “Che?!” ed io ti ripeto la domanda…

Al che mediamente quasi tutti mi rispondono: “Antonio, se riesco a fare queste cose già è un premio!”

E questo è un tipico errore!

Torniamo a Skinner. Questo signore dimostrò che si può condizionare l’operatività di una persona somministrando premi per ogni sequenza di azioni richiesta.

Più è alta la frequenza di codesti premi, maggiore sarà la velocità, l’efficacia e l’efficienza delle azioni (per eventuali esperti della materia: ho sintetizzato fortemente questo concetto, lo so).

La cosa sembra sensata, ma si applica al coaching?

Per risponderti ti cito un’analisi che feci qualche anno fa.

Tempo fa ho stabilito di inserire nelle mie sessioni di coaching ad alta frequenza i fantomatici premi, si tratta di un piccolo riconoscimento che il coachee fa a se stesso per l’impegno profuso nell’arco di tempo.

In quel periodo non seguivo molte persone (ne seguivo 6 per l’esattezza), quindi mi sbizzarrivo con la misurazione statistica della loro produttività. Per ogni ciclo di lavoro, azione specifica, risultato ottenuto, avevo creato una statistica (roba da psicopatici, lo so!).

Con tre di loro usavamo il premio (un riconoscimento piccolo, ma desiderabile) e per altri tre nessun tipo di riconoscimento.

Alla fine di due mesi di coaching le persone che si premiavano avevano aumentato in media del 33% la produttività in almeno due parametri su tre. Erano inoltre migliorati i loro risultati (si solito fatturato o redditività).

Non si può considerare uno studio scientifico, manca un gruppo di controllo ed il numero di persone in esame non è statisticamente significativo, però questa esperienza mi convinse di inserire nelle mie sessioni di coaching il fatidico premio.

Attualmente seguo un gruppo di clienti abbastanza nutrito, e ci divertiamo un mondo a verificare i risultati che ottengono. Eppure c’è qualcuno di loro che produce di più e fatica di meno, di solito questi sono coloro che sono maggiormente disciplinati nel premiarsi.

Ogni qual volta che vedo un calo di produttività chiedo “Ma ti stai prendendo i premi?” e spesso la risposta è negativa.

Questa è un’altra dimostrazione empirica di quanto sia importante farsi dei riconoscimenti.

Molte sono le teorie sul motivo per cui tutto ciò funziona, ma francamente non m’interessa fare un trattato su questo argomento.

Voglio solo che tu soffermi la tua attenzione sul fatto che, quando riconosci un premio a te stesso per i risultati raggiunti, mantieni più alta la motivazione e aumenti la produttività.

Il sistema consiste nel definire un piano d’azione con scadenze specifiche e fissare un premio alla fine dei lavori, ti ripeto che più è alta la frequenza di questi premi, meglio la cosa funziona.

I blocchi inconsci, se li hai davvero, di solito si sbriciolano di fronte al momentum che crei con questa sequenza di azioni-risultato-premio.

Non sto dicendo che non ci siano cose che possano bloccarti, sul modo per rimuovere i blocchi interiori c’ho scritto anche un libro e fatto un corso online.

Posso dirti però che il più delle volte usando questo metodo aumenterai la produttività.

Applicare il metodo di darsi un premio è molto utile, divertente e funziona, se poi ti rendessi conto che qualcosa ti inibisce ancora, allora avresti evidenza di un blocco da rimuovere e potresti fare tante cose.

Potresti verificare se si tratta di una preoccupazione, o paura, o attività in sospeso ed usare una delle procedure che trovi nei miei post dedicati a questi argomenti.

Potresti leggere il libro “INARRESTABILE” dove trovi una procedura per rimuovere i 16 “blocchi” (si, esistono almeno 16 differenti blocchi).

Infine potresti contattare un coach.

In ogni ti faccio notare come le soluzioni ad un problema specifico possono essere tante, alle volte molto semplici e, dal mio punto di vista, andrebbero provate tutte per determinare qual è quella che funziona meglio per te.

Secondo me, dovresti iniziare dandoti dei premi.

Tu cosa ne pensi?

Per favore fammi sapere la tua opinione personale a riguardo o la tua esperienza.

Sappi che ti risponderò personalmente!

Sii inarrestabile,

Antonio

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