Nei post precedenti abbiamo esplorato due concetti molto importanti (se ancora non li hai letti, fallo subito: Autoefficacia. Perché ti aiuta nella carriera, nel business, nella vita! e La conoscenza è inutile, senza Autoefficacia!)
Il primo riguarda l’importanza dell’Autoefficacia, indispensabile nella carriera, nel business, nella vita, insomma in tutti i casi in cui c’è bisogno di un’ottima performance nel raggiungimento di un obiettivo.
Il secondo ha a che fare con la rilevanza dell’autoefficacia rispetto alla conoscenza, alla volontà e alla motivazione.
Sono due passi fondamentali. Non si può pensare semplicemente “volere è potere”, o “chi sa, fa”, perché non è così. È abbastanza evidente.
Il mondo è pieno di persone che desiderano qualcosa, ma non fanno nulla per raggiungerla o di gente che sa molto, ma fa poco. Diversamente, possiamo asserire che il potere di fare, apprendere, cambiare è determinato più dalle convinzioni di autoefficacia e questo è ugualmente palese. Tutti noi conosciamo qualcuno che, sebbene privo di informazioni, è riuscito comunque a conquistare un obiettivo.
“Le persone con un alto senso di autoefficacia avvicinano compiti difficili come sfide da padroneggiare, piuttosto che come minaccia da evitare.”
Qualcuno mi ha scritto chiedendomi come si aumenta questo senso di autoefficacia e capisco che si tratta di una questione calda.
Per spiegarlo cito Bandura, l’autore più accreditato sull’argomento, rimandandoti ai post sul mio blog e ad altri post futuri per eventuali approfondimenti.
Le fonti dell’autoefficacia sono riconducibili a 4 gruppi di esperienze:
1) Le esperienze di gestione efficace: i momenti di successo in cui si affronta, nella maniera migliore, una determinata situazione. Questo gruppo di esperienze è quello che darà, ovviamente, i migliori risultati per consolidare e accrescere il senso di autoefficacia. I successi determinano una solida fiducia nella propria efficacia personale. I fallimenti, invece, la indeboliscono, soprattutto quando il senso di autoefficacia non è ancora consolidato. Ecco perché abbiamo bisogno di momenti di successo.
2) Le esperienze vicarie: sono quelle non direttamente provate, ma piuttosto frutto dell’osservazione di modelli simili a chi studia la situazione. Il fatto di vedere persone somiglianti a se stessi, che, grazie all’impegno e all’azione, hanno successo, rinforza le convinzioni di poter fare lo stesso. Quindi abbiamo bisogno di esempi vincenti, concreti e vicini a noi.
3) La persuasione: il terzo mezzo per consolidare la convinzione di autoefficacia rispetto alle capacità. Pur trattandosi di uno strumento importante, chi è stato convinto verbalmente di potercela fare, ha mostrato maggiore impegno e perseveranza rispetto ad altri. Va considerato che la persuasione da sola non basta, anzi, gli incrementi di autoefficacia privi di fondamento si vanificano rapidamente, di fronte all’insuccesso dell’azione (ecco perché critico così tanto i corsi motivazionali). Dunque abbiamo bisogno di essere rinforzati e persuasi che possiamo riuscire, soprattutto in merito a ciò di cui ci stiamo occupando al momento e di cui abbiamo una certa esperienza.
4) Stati emotivi e fisiologici: spesso le persone valutano le loro capacità di affrontare un compito sulla base delle reazioni emotive o del corpo, interpretando magari lo stress o stati fisiologici negativi, come presagio di cattive prestazioni. Viceversa un tono emotivo positivo e una buona condizione fisica aumentano il senso di autoefficacia. Quindi la quarta strategia è migliorare le proprie condizioni fisiche, ridurre la propensione allo stress o alle emozioni negative e correggere le interpretazioni scorrette delle condizioni corporee.
Per concludere, bisogna stendere un piano per raggiungere un obiettivo, mantenendosi fiduciosi, determinati e prestando attenzione a questi aspetti:
-hai bisogno di successi sui cui fondare le tue convinzioni, quindi suddividi la meta in step. Inizia da quelli che senti di poter affrontare con le migliori performance (durante i miei seminari dico sempre :”Spingi dove vinci!“, il che significa di iniziare da quei compiti verso i quali provi senso di sicurezza). Lungo il cammino ti sentirai progressivamente pronto anche per i passi più difficili.
-Vai alla ricerca di qualcuno di simile a te, per estrazione sociale, lingua e cultura (insomma se prendi come riferimento Steve Jobs rischi di non trovarlo credibile, perché troppo dissimile da te) e modellalo (copiane le strategie). Verifica cosa ha fatto di buono e come lo ha fatto, magari intervistalo.
–Frequenta solo persone che riconoscono il valore dei tuoi piccoli e quotidiani successi. Lascia i criticoni e quelli che tendono a spegnere ogni entusiasmo a chi vuole essere persuaso di non essere capace, magari fatti supportare da un coach.
–Vivi bene, fai sport, muoviti, mangia adeguatamente e impegnati in attività che migliorano il tuo stato d’animo. Questo punto è importante perché favorisce il tuo stato emotivo, insomma “mens sana, in corpore sano”.
Confido che questo post ti sia di aiuto per raggiungere le tue mete (è la stessa strategia che uso io, molto sintetizzata). Spero che queste informazioni chiariscano punti importanti, in un ambiente (quello della formazione) dove troppo spesso non esiste un rigore scientifico e si imparano cose per slogan e sentito dire.
Se il post ti è piaciuto, condividilo e magari commentalo. Sono curioso di sapere se ti ha dato qualche spunto utile, anche per capire se ci sono degli aspetti che desideri approfondire.
Per ora non mi resta che augurarti grandi sfide e le migliori esperienze di successo.
Antonio